Os Simbolos
Quarto
As ilhas afortunadas
Que voz vem no som das ondas
Que nao è a voz do mar?
E’ a voz de alguem que nos fala,
Mas que, se escutamos, cala,
Por ter havido escutar.
E sò se, meio dormindo,
sem saber de ouvir, ouvimos,
que ela nos diz a esperança
A que, como uma criança
Dormente, a dormir sorrimos.
Sao ilhas afortunadas,
Sao terras sem ter lugar,
Onde o Rei mora esperando.
Mas, se vamos despertando,
cala a voz , e hà sò o mar.
I Simboli
Quarto
Le isole fortunate[1]
C’è una voce che viene dalle onde:
non è voce di mare. Essa è la voce
di qualcuno che ci sta parlando,
Voce che ad ascoltarla, si fa fioca
Proprio perché prima l’ascoltammo.
E se, nel dormiveglia, noi sentiamo ,
senza sapere di stare sentendo ,
quella voce parlarci di speranza[2]
A essa, come un bimbo addormentato,
Nel sonno il sorriso nostro apriamo.
Davvero isole sono fortunate,
davvero terre che non hanno luogo,
Quelle dove il Re[3] vive aspettando.
Eppure, non appena ci svegliamo,
tace la voce e resta solo il mare.
[1] Datata 25 marzo 1934, preparata, quindi, per essere espressamente inserita in Mensagem. L’esistenza delle cosidette “Isole Fortunate” appartiene all’immaginario medievale. In queste terre mitiche le abitazioni delle città avevano tetti d’oro sfavillanti al sole e numerose erano le testimonianze di chi assicurava di averle vedute realmente. La leggenda era talmente radicata che , durante il Medioevo, le Isole Fortunate erano indicate su molte carte nautiche. Isole fortunate sono anche quelle in cui fu portato re Artù dopo la battaglia di Canlan e dalle quali il re tornerà per ridare vita al proprio regno.
[2] L’avvento di un’epoca migliore( il Quinto Impero, vale a dire la pace e la prosperità universali).
[3] Dom Sebastiao, il cui mito ha bisogno del “sogno”. Quando usciamo dal sogno, infatti, il mito cessa di esistere.